Francisco Porcella, il surfista che si prende cura del mare #GreenHeroes

Francisco

Se vogliamo cambiare il mondo non possiamo aspettare che siano gli altri a farlo: dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre azioni in prima persona, per quanto il nostro contributo possa essere piccolo o apparentemente ininfluente. Al contrario: è dai comportamenti individuali che si forma la coscienza collettiva capace di rivoluzionare abitudini e modi di pensare. 

Almeno noi di Yves Rocher la pensiamo così: ed è a partire da questa consapevolezza che dal 2016 in Italia supportiamo la Fondazione Yves Rocher e il premio Terre de Femmes, che sostiene le donne che lavorano per preservare la biodiversità e cambiare il mondo. Il bello è che non serve essere a capo di una grande impresa per poter partecipare: negli anni hanno vinto anche iniziative con un raggio d’azione inizialmente molto modesto, ma dal grande valore ambientale e sociale.

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Quest’anno, insieme alle iniziative degli orti di famiglia e del recupero degli scarti dell’Ortomercato, abbiamo premiato Jessica Alessi per il progetto di conservazione dei giganti del Canale di Sicilia dell’associazione Me.Ri.S., che contribuisce attivamente alla conservazione e alla protezione dei cetacei, spesso minacciati non solo dalla pesca illegale, ma anche da trivellazioni, inquinamento e turismo. In un luogo, quello del Canale di Sicilia, particolarmente prezioso per la sua elevata biodiversità, e per questo da tutelare con ancora maggiore attenzione.

Proteggere l’ecosistema marino e prendersi cura di chi lo abita è anche uno degli obiettivi di Francisco Porcella, surfista nato a New York ma cagliaritano nel sangue. Francisco ha iniziato a praticare surf nella sua Sardegna ed è proprio questo sport che ha rafforzato il legame, già innato, con il mare. 

Essendo un surfista, il mare e l’oceano rappresentano la mia quotidianità - racconta -. È un rapporto profondo e viscerale. Negli anni ho avuto modo di confrontarmi con la potenza dell’oceano: la sua forza è immensa, ti rendi conto che ti ridimensiona immediatamente, facendoti inchinare di fronte alla maestosità di Madre Natura”. 

Peccato che sia proprio l’uomo a rompere l’equilibrio con l’ambiente, mettendo a repentaglio l’esistenza stessa del Pianeta. “Con le nostre scelte di vita abbiamo riscontrato e stiamo tuttora avendo un impatto negativo per l’ambiente in generale, ma soprattutto per i nostri oceani e i nostri mari: e questo rischia di essere irreversibile se non agiamo adesso - spiega -. L’inquinamento dei mari è davanti agli occhi di tutti, ogni giorno. Io stesso ho visto delle realtà drammatiche, luoghi che dieci anni fa erano incontaminati adesso sono diventati delle vere e proprie isole di plastica. Ma non è solo quello il problema: quello che non consideriamo è l’effetto della pesca intensiva sui nostri mari. Non dimentichiamoci che gli oceani sono i polmoni del mondo e forniscono più del 50% di ossigeno presente sulla Terra”.

Da questa presa di coscienza a far parte dei #GreenHeroes il passo è stato breve. “Per me entrare a far parte attivamente dei #GreenHeroes significa lasciare la minor impronta possibile su questa Terra” afferma Francisco. Sembra facile per uno che è abituato a passare leggero sulle onde: ma cosa possiamo fare noi nel concreto? “Bisogna cambiare le nostre abitudini, radicate dentro di noi da un sistema consumistico. A partire dalle scelte più semplici: sostituire le bottiglie di plastica con una borraccia da portarsi sempre appresso, acquistare prodotti locali di stagione, evitare le buste di plastica quando si fa la spesa” risponde. Insomma, mantenere viva la nostra attenzione verso l’ambiente che ci circonda, soprattutto a partire dai gesti più piccoli e quotidiani, e proprio per questo continuamente ripetuti. E forse allora non è un caso se Francisco ha scelto una #GreenAction che lui stesso definisce “semplice e immediata”: il plogging

È uno sport nato in Svezia che si propone di unire il jogging alla raccolta dei rifiuti che si trovano a bordo strada. Il plogging si è diffuso velocemente in tutto il mondo, come iniziativa personale o di gruppo, diventando così il perfetto esempio di un piccolo gesto individuale che si rivela di fondamentale importanza per la Terra. Soprattutto per il mare: “Cerco di fare plogging ogni volta che vado in spiaggia, quando mi alleno e quando mi trovo in mezzo alla natura – spiega -. Le coste sono l’ultimo punto prima che le plastiche entrino in acqua, diventando cibo tossico per i pesci e di conseguenza per noi stessi”.

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Raccogliere la plastica gettata da altri per conferirla all’interno della regolare raccolta differenziata però non basta. L’ideale sarebbe ridurre all’origine la produzione di plastica: qualcosa che possiamo fare nelle nostre azioni quotidiane a partire dalla beauty routine. È proprio Francisco a suggerirlo: per uno sportivo come lui sempre a contatto con l’acqua del mare, la cura della pelle e dei capelli è particolarmente importante. “Trascorrendo gran parte del mio tempo dentro l’acqua salata e sotto il sole, la mia pelle e i miei capelli sono sottoposti a numerose agenti esterni – racconta -.

“Io presto attenzione agli ingredienti dei prodotti e dei cosmetici che acquisto, cercando sempre prodotti naturali e a ridotto impatto ambientale”. Per questo abbiamo voluto fargli provare il nostro nuovo shampoo solido, con il 99% di ingredienti biodegradabili, senza solfati e senza conservanti. Attento all’ambiente anche nel packaging, senza plastica e costituito da cartone riciclabile proveniente per il 60% dai nostri scarti.

Una formula in grado di convincere anche il surfista più esigente: “Yves Rocher con questa nuova linea di shampoo sposa alla perfezione il mio lifestyle – ci ha detto Francisco -. Lo shampoo solido non è solo plastic free, ma permette anche di ridurre in modo considerevole l’utilizzo di acqua, perché per risciacquare il prodotto serve una quantità di 8 volte inferiore rispetto ad uno shampoo normale”

 

 

Scopri di più sui nostri Green Heroes:
www.yves-rocher.it/green-heroes-shampoo-solido